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Sono temi questi che Emmer tratta dai tempi del suo apprendistato di matematico, all'inizio degli anni 70. «La mia tesi riguardava dei risultati del matematico napoletano Renato Caccioppoli, risultati che Ennio De Giorgi aveva utilizzato agli inizi degli anni Sessanta per introdurre la sua teoria dei perimetri, in cui veniva generalizzata l'idea di area di una superficie. Questo gli avrebbe permesso, grazie anche ai risultati di Mario Miranda (di cui Emmer era assistente, ndr), di dimostrare la risolubilità del problema di Plateau». Sì, Caccioppoli, proprio il personaggio di Morte di un matematico napoletano. Bolle di sapone del resto gronda di cultura cinematografica. Lo stesso Emmer, figlio del regista Luciano, ha realizzato diversi film sulla matematica, tra cui uno su Escher e altri, manco a dirlo, sulle bolle di sapone.
Ma, si dirà, a che cosa servirà mai risolvere problemi matematici così astratti? Ai matematici puri questo importa poco, ma le applicazioni alla fine arrivano sempre e sono sorprendenti. È anche grazie ai suoi studi sulle bolle che il fisico inglese Charles Boys (che nel 1902 pubblica Soap Bubbles and the Forces Which Moulds Them) riesce a calcolare la costante gravitazionale di Newton, la densità della terra e la temperatura alla superficie di Giove. Non solo matematica, ma anche chimica, fisica, biologia sono attratte dalle bolle di sapone, per non parlare di architettura, design, computer science, e persino pubblicità, cui Emmer dedica un intero capitolo. Sul piano strettamente scientifico protagonisti sono i «principi di minimo», la capacità di seguire la via più breve di cui si diceva, che grazie a proprietà studiabili empiricamente nelle bolle di sapone, riguardano fenomeni disparati come le forme dei radiolari, la rotondità dei corpi celesti, le leggi della meccanica, ma anche la forma delle città, delle abitazioni, dei sistemi viari. Lo studio delle bolle di sapone oggi appare decisivo anche nello studio delle origini della vita. Anni mirabili, anche i nostri, per le bolle di sapone. Il libro di Emmer, che è un piccolo, variopinto, gioiello editoriale e tipografico, ne è esso stesso un esempio e una testimonianza. Aveva ragione Lord Kelvin quando scriveva: «Fate una bolla di sapone e osservatela: potreste passare tutta la vita a studiarla». Sì, e una vita dedicata alle bolle è una vita degna di essere vissuta.
Michele Emmer, «Bolle di sapone. Tra arte e matematica»,
Bollati Boringhieri, Torino,
pagg. 302, euro 60,00